Il fermo di molte attività commerciali e delle persone, imposto dal COVID19, ha creato un fenomeno inaspettato e quello che non è riuscita la legge o la non applicazione della legge lo ha risolto questo malefico virus.

Pensavamo che con l’attuazione della legge regionale 17 del 2012, con il rispetto delle distanze, si potesse fortemente ridimensionare l’offerta di gioco d’azzardo.

Una legge che questa giunta regionale in difesa dei venditori di giochi con i soldi non ha voluto applicare nel periodo del suo mandato.

Tutto bloccato, le persone sono rimaste a casa e gli esercizi chiusi.

La cosa non si ferma così perché chi in casa o sullo smart phone poteva utilizzare Internet ha scoperto che si poteva giocare on line.

In questo modo le distanze non contavano più, Il computer era li a portata di mano, e così ci si poteva rovinare la vita senza essere obbligati da uscire e prendere freddo.

Il giocatore compulsivo normalmente tiene aperta la sfida con una macchinetta (slot).

Non c’è solo il problema di vincita o di perdita c’è anche in piedi la competizione e le probabilità di vincere la slot e metterla in ginocchio.

Adesso che si è aperto un fronte competitivo on line, chissà, rispetto alle condizioni psicofisiche del giocatore quali saranno gli effetti che produrrà.

Chissà se questo governo possa produrre azioni finalizzate ad impedire anche la pubblicità on line di operatori stranieri senza licenza in Italia (quindi illegali)?

Noi crediamo che impedire tutta la pubblicità possa già portare un buon risultato e con questo potrebbe essere utile promuovere come sta facendo Libera e Auser con tanta formazione nelle scuole e sul territorio per convincere tutti che “vince chi non gioca”.

Oltre questo sarebbe buona abitudine controllare con periodicità il conto familiare in banca.

Di seguito riportiamo un comunicato stampa del coordinamento nazionale “mettiamoci in gioco”

 

Data: 8 giugno 2020

 

COMUNICATO STAMPA      ” mettiamoci in Gioco”

Un’altra indagine su mafia e gioco d’azzardo.

Necessarie nuove misure per contrastare
l’infiltrazione mafiosa nel settore 

Scoperto un giro d’affari di 100 milioni di euro
attraverso concessioni governative e 9 agenzie di scommesse

 

Roma, 8 giugno 2020 – La Direzione distrettuale antimafia di Palermo e la Guardia di Finanza hanno scoperto una vasta rete di attività nel settore del gioco d’azzardo da parte di clan della mafia siciliana. A dieci persone sono state applicate misure cautelari come il carcere e gli arresti domiciliari. I boss avevano ottenuto concessioni governative nel settore e gestivano nove agenzie di scommesse tra Palermo, Napoli e la provincia di Salerno per un volume di gioco stimato in 100 milioni di euro.

 

“Mettiamoci in gioco”, la Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo sottolinea che, ancora una volta, vengono alla luce interessi mafiosi nel settore dei giochi legali. Le numerose indagini fin qui realizzate offrono un quadro impressionante della presenza delle mafie nel gioco d’azzardo. Per questo Mettiamoci in gioco chiede nuovamente che siano approvate al più presto misure incisive per limitare le infiltrazioni mafiose nel settore. Le proposte elaborate in sede di Commissione parlamentare antimafia sono un eccellente punto di partenza per avere una legislazione più adeguata all’attivismo delle organizzazioni mafiose nel gioco d’azzardo.

 

Aderiscono alla campagna Mettiamoci in gioco: Acli, Ada, Adusbef, Ali per Giocare, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Confsal, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Missionari Comboniani, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil Pensionati, Uisp.