Buongiorno lettori di Libera, ci ritroviamo anche in questo mese all’appuntamento della Memoria, oggi vi aiuteremo a ricordare tutte le vittime di maggio morte ancora minori, per sfatare ancora una volta il mito che la mafia non uccide i bambini.

1° maggio 1947 // La Storia di Serafino Lascari, Giuseppe di Maggio, Giovanni Grifò e Vincenza La Fata di 15, 13, 12 e 8 anni

Era una bella giornata il primo di maggio del 1947 a Portella della Ginestra, nell’entroterra palermitano, tra Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato. Ma soprattutto un giorno di festa. Circa duemila lavoratori della zona di Piana degli Albanesi, in prevalenza contadini, si riunirono nella vallata per manifestare contro il latifondismo, a favore dell’occupazione delle terre incolte e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo nelle recenti elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana. Si tornava a festeggiare la Festa dei Lavoratori, dopo che era spostata al 21 aprile durante il regime fascista. Erano in attesa di ascoltare un comizio sindacale e, soprattutto, passare una giornata in allegria con pranzo finale all’aria aperta. Improvvisamente dal monte Pelavet partirono sulla folla in festa numerose raffiche di mitra che lasciarono sul terreno, secondo le fonti ufficiali, 11 morti, Margherita Clesceri, Giorgio Cusenza, Giovanni Megna, Francesco Vicari, Vito Allotta, Serafino Lascari, Filippo Di Salvo, Giuseppe Di Maggio, Castrense Intravaia, Giovanni Grifò, Vincenza La Fata e 27 feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate. La strage di Portella della Ginestra era stata compiuta. La CGIL proclamò lo sciopero generale, accusando i latifondisti siciliani di voler “soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori”. Solo quattro mesi dopo si seppe che a sparare materialmente erano stati gli uomini del bandito separatista Salvatore Giuliano. Il rapporto dei carabinieri sulla strage faceva chiaramente riferimento a “elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali”.

19 maggio 1980 // La Storia di Pompea Argentiero e Lucia Altavilla, 16 e 17 anni

Il 19 maggio 1980 tre giovani donne di Ceglie Messapica (BR) vengono coinvolte in un tragico incidente stradale sulla superstrada Taranto – Brindisi. Muoiono Pompea Argentiero, Lucia Altavilla e Donata Lombardi (23 anni), braccianti reclutate per la raccolta delle fragole al di fuori del Collocamento tramite il caporale. Viaggiavano su un Ford Transit da 9 posti dove erano stipate – forse in 16 o più – sedute le une sulle gambe delle altre. Lo schianto le coglie nella loro fragile insicurezza.

29 maggio 1982 // La Storia di Simonetta Lamberti, 11 anni

Bimba di undici anni, uccisa casualmente da un killer della camorra nel corso di un attentato il cui obiettivo era il padre della piccola, il giudice Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina (Sa). Simonetta era uscita a prendere un gelato con il padre e stava rincasando in auto a Cava dé Tirreni (Sa) quando i killer entrarono in azione. Il padre si salvò, ma purtroppo per lei non ci fu scampo. Era il 29 maggio 1982.

18 maggio 1990 // La Storia di Nunzio Pandolfi, 2 anni

Venne ucciso il 18 maggio 1990, all’età di due anni, nel rione Sanità a Napoli, mentre era tra le braccia dellazia, nella stessa stanza dove c’era il padre vero obiettivo dell’agguato.

1° maggio 1992 // La Storia di Pasquale Auriemma, 15 anni


Pasquale Auriemma, 15 anni, era ospite ad Acerra (Na) in casa di Vincenzo Crimaldi, fratello di Cuono Crimaldi, capo-zona dell’omonimo clan. Era il primo maggio del 1992, quando due killer a volto scoperto fecero irruzione nella modesta abitazione di campagna di Vincenzo Crimaldi e a colpi di pistole e mitragliette massacrarono l’uomo, la moglie Emma Basile, il figlio Silvio e la figlia Livia, al quinto mese di gravidanza. Primo a cadere sotto i colpi dei killer fu il giovane innocente Pasquale Auriemma, 15 anni.


27 maggio 1993 // La Storia di Nadia e Caterina Nencioni 9 anni e 50 giorni


Nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, a Firenze, venne fatta esplodere un Fiat Fiorino imbottita di tritolo nei pressi della storica Torre dei Pulci, tra gli Uffizi e l’Arno, sede dell’Accademia dei Georgofili. Nell’immane esplosione persero la vita cinque persone e quarantotto persone rimasero ferite. Oltre alla Torre, vennero distrutte moltissime abitazioni e perfino la Galleria degli Uffizi subì gravi danneggiamenti. La strage venne inquadrata nell’ambito della feroce risposta del clan mafioso dei Corleonesi di Totò Riina all’applicazione dell’articolo 41 bis, che prevede il carcere duro e l’isolamento per i mafiosi. Le vittime della strage furono: Caterina Nencioni, di 50 giorni; Nadia Nencioni, di 9 anni; Angela Fiume, custode dell’Accademia dei Georgofili, 36 anni; Fabrizio Nencioni, 39 anni; Dario Capolicchio, studente di architettura, 22 anni.


8 maggio 1998 // La storia di Mariangela Ansalone, 8 anni

Maria Angela Ansalone, non ha ancora 9 anni, e suo nonno Giuseppe Maria Biccheri, 66 anni, morirono la sera di venerdì 8 maggio 1998 a Oppido Mamertina. Erano sulla stessa auto, quella di Biccheri, che fu scambiata da dei sicari per quella di un appartenente a un clan rivale.

Questo mese, inoltre, vi consigliamo “Il Prezzo – I giovanissimi delle parenze” disponibile su Rai Play per riflettere sul valore della vita, soprattutto per i giovanissimi all’interno delle dinamiche mafiose.