Buongiorno lettori di Libera, eccoci di nuovo all’appuntamento con la memoria. Quando abbiamo pensato a un prospetto di argomenti per l’anno, avevamo ideato che nel mese di luglio vi avremmo parlato delle vittime giudiziarie e magistratuali; ora giunti alla scrittura di questo articolo ci siamo resi conto che tali vittime nel mese di luglio sono solamente tre, per cui, per questo mese, siamo molto felici di presentarvi le storie di queste persone, impegnate attivamente nella lotta alla mafia.
3 luglio 1975// La Storia di Francesco Ferlaino, 61 anni
Era un avvocato generale della Corte d’appello di Catanzaro. Come magistrato era stato eletto al “Comitato Direttivo Centrale” dell’Associazione Nazionale Magistrati per il gruppo di “Magistratura Indipendente”. Venne ucciso a colpi di fucile, in prossimità della sua abitazione di Nicastro, da sicari rimasti sconosciuti appartenenti alla malavita organizzata il 3 luglio 1975.
29 luglio 1983// La Storia di Rocco Chinnici, 58 anni
Entrò in Magistratura nel 1952 con destinazione al Tribunale di Trapani. Fu pretore a Partanna per dodici anni, dal 1954. Nel maggio del 1966 venne trasferito a Palermo, presso l’Ufficio Istruzione del Tribunale, come giudice istruttore. Nel novembre 1979, già magistrato di Cassazione, venne promosso Consigliere Istruttore presso il Tribunale di Palermo. Il primo grande processo alla mafia, il cosiddetto maxiprocesso di Palermo, fu il risultato del lavoro istruttorio svolto da Chinnici, tra l’altro considerato il padre del Pool antimafia, che compose chiamando accanto a sé magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello. Venne ucciso il 29 luglio 1983 con una Fiat 127 imbottita di esplosivo davanti alla sua abitazione, in via Pipitone Federico a Palermo, all’età di 58 anni. Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall’esplosione: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi.
19 luglio 1992// La Storia di Paolo Borsellino, 52 anni
Nacque a Palermo il 19 gennaio 1940. Dopo essere divenuto magistrato, svolse diversi incarichi e arrivò al tribunale di Palermo nel 1975, collaborando all’Ufficio istruzione processi penali, sotto la guida di Rocco Chinnici. Partecipò al lavoro del pool antimafia, che comprendeva anche Falcone e Barrile. Cominciò anche a promuovere e a partecipare a iniziative volte a sensibilizzare i giovani contro la mafia. Il 4 agosto 1983 Chinnici venne assassinato e fu chiamato il giudice Antonino Caponnetto a coordinare il pool. I magistrati raggiunsero buoni risultati, con il primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Conclusa l’istruttoria processuale, Borsellino chiese il trasferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, per ricoprire l’incarico di procuratore capo. Successivamente, chiese e ottenne di essere trasferito alla Procura della Repubblica di Palermo con funzioni di procuratore aggiunto. Alla fine del 1991 fu delegato al coordinamento dell’attività dei sostituti facenti parte della Direzione Distrettuale Antimafia. Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone venne assassinato a Capaci. Borsellino rifiutò l’offerta di prendere il suo posto nella candidatura alla super procura, per rimanere al suo posto, continuare la lotta alla mafia e indagare sull’assassinio dell’amico e collega. Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre. Una Fiat 126 imbottita di tritolo, era parcheggiata sotto l’abitazione della madre, detonò al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Ovviamente sulla storia di Paolo Borsellino sono stati scritti diversi libri e diretti altrettanti film; invece, vi consigliamo per questo mese un film biografico su Rocco Chinnici, diretto da Michele Soavi e intitolato “Rocco Chinnici – è così lieve il tuo bacio sulla fronte”. Buona visione e buona Memoria su Rai Play.