C’è una Università che non viene adeguatamente ricordata- Una facoltà che non rilascia attestati di partecipazione o diplomi ma è un grande laboratorio di esperienza organizzativa e formativa di grande livello e di grande valore.

È L’università del  mondo del lavoro. Un’area sociale  che ha promosso un sistema organizzativo nei mestieri e tra i mestieri che attraverso la confederalità ha avuto la capacità di promuovere una classe dirigente capace di costruire rappresentanza politica e sindacale.

Con la giornata nazionale della memoria “a ricordare e a riveder le stelle” a Genova abbiamo voluto fare la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie oltre che nei teatri  e altri punti culturali anche in un posto di lavoro significativo per la nostra città.

Una fabbrica metalmeccanica, che con le sue rappresentanze sindacali unitarie,   ha voluto rappresentare la cultura che il mondo della produzione rappresenta.

Li in quell’appuntamento per noi non c’erano solo quell’ dell’ArcelorMittal ma tutte le fabbriche, tutte le aziende artigianali e di servizio private e pubbliche.

Il lavoro è vita, è dignità, è emancipazione, è socialità è crescita delle conoscenze di mestiere e diffuse. Questa è cultura.

Cultura è sapere chi siamo e dove vogliamo andare.

Lavoro! Questo è l’articolo fondamentale della nostra costituzione questo è il principio del diritto.

In questo contesto rivendichiamo  solo  lavoro dignitoso che nasce come diritto e diventa dovere di solidarietà che impegna ognuno di noi nel progresso sociale ed economico del Paese.

Non è la gabbia da cui evadere, che rappresenta sfruttamento e non deve essere subìto e vissuto come schiavitù.

Il lavoro di cui parliamo è il lavoro  in sicurezza come componente fondamentale del diritto alla vita.

Chi lavora nelle fabbriche, nella PA, nelle strutture artigianali sanno come organizzarsi per far rappresentare i propri diritti.

La formula organizzativa è stata sperimentata e perfezionata a partire  dagli ultimi anni dell’ 800, una esperienza che oggi c’impegna in un confronto serrato tra lavoro, impresa e governo.

La lettura dei nomi vittime innocenti delle mafie, è stata fatta nella fabbrica che è stata il posto di lavoro di Guido Rossa, una vittima della violenza terroristica che ha voluto rappresentare con determinazione il senso di appartenenza politica  e di un mondo che voleva consolidare una forte senso dello Stato.

Questa è un punto dove il mondo del lavoro di una città che  ha segnato la vita di tutto il nostro Paese con  la costituzione delle camere del lavoro, del diritto allo sciopero generale, il diritto alla contrattazione, la lotta al fascismo e poi al terrorismo.

Questa è la storia di Genova, del suo mondo del lavoro . Lavoratori che si trasformano nell’azione politica e diventano  forza, e classe dirigente per il cambiamento.

Tutto quello che il mondo del lavoro ha realizzato attraverso la sua organizzazione ai diversi livelli  è determinato da un processo formativo dell’individuo e del gruppo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società;

Tutto questo è la cultura che nell’università del lavoro si è acquisita.

Dice Antonio Gramsci art.  pubblicato il 29 gennaio 1916 su “Il Grido del popolo”, “La cultura è  organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.