In occasione della Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno 2022, il Presidio “Nicholas Green” del Tigullio ha organizzato l’evento “Laboratorio della Memoria: musica, immagini, poesia”; presso l’Auditorium dei Filippini, nel centro storico di Chiavari, siamo stati presenti nei pomeriggi di sabato 19 e domenica 20 marzo per una due giorni dedicata alla sensibilizzazione della cittadinanza sulle tematiche intorno a cui ruota l’azione di Libera: memoria, educazione alla legalità nelle scuole e beni confiscati.
Il cuore dell’iniziativa è stato l’inizio della realizzazione di una coperta della memoria: un lavoro in tessuto a patchwork, costituito da tessere di stoffa di vario tipo e colore con sopra cuciti i nomi delle vittime innocenti delle mafie; il prodotto finito potrà essere utilizzato per futuri eventi negli anni avvenire, a partire dagli incontri con gli studenti. Le amiche e gli amici dell’associazione Futura di Lavagna, delle Coop di Sestri Levante e Santa Margherita, dell’Anpi di Chiavari nonché semplici cittadini interessati hanno scritto i primi nomi – da Giorgio Verdura a Lia Pipitone, da Gelsomina Verde a Rita Atria – a cui pian piano si aggiungeranno gli altri, fino a coprire l’intero elenco delle oltre mille vittime, dall’Unità d’Italia ad oggi.
Sabato pomeriggio si è unito a noi Marcello Scaglione, volontario di Libera e nipote di Pietro Scaglione, primo magistrato ucciso da Cosa Nostra il 5 maggio 1971 a Palermo, insieme al suo agente di scorta, Antonio Lorusso. Marcello ci ha raccontato la storia di suo zio, quella di un servitore dello Stato che pagò con la vita la volontà di portare alla luce il complesso intreccio di rapporti tra mafia siciliana e politica. E ci ha sottolineato come, nonostante la giustizia più volte negata alla famiglia, egli continui a nutrire fiducia nelle istituzioni e come questo sentimento sia alla base del suo impegno di testimone di memoria nella nostra associazione.
Vive parole di speranza nel domani sono state anche quelle pronunciate da Marco Baruzzo, volontario del Presidio di Sarzana intitolato a Dario Capolicchio, lo studente di soli 22 anni morto bruciato a Firenze nella strage di via dei Georgofili nel 1992. Marco ha ripercorso la vicenda di Dario, la nascita del presidio di Libera, la storia di Quarto Piano, un bene confiscato nel centro di Sarzana restituito alla collettività ed oggi sede di iniziative sulle legalità e i diritti, il significato della lettura pubblica dei nomi e il dovere di trarre dalle tante e inevitabili difficoltà della nostre battaglie quotidiane nuova linfa nella continuazione del cammino per liberare i territori dal potere e dall’influenza della criminalità organizzata. Su questa strada proseguiremo anche nel Tigullio! Ancora buon 21 marzo!