Quest’anno pensare di organizzare un campo di Estate Liberi, sembrava un progetto impossibile, la situazione dell’emergenza sanitaria non sembrava permettere nulla di simile ai campi che abbiamo organizzato negli scorsi anni.

Eppure la volontà di portare avanti questa magica esperienza che coniuga l’impegno sul territorio con la formazione e la memoria non si è fermata davanti a queste avversità: per mesi abbiamo pensato se e come fosse possibile realizzare qualcosa di adeguato e alla fine abbiamo deciso che non solo era possibile ma che sarebbe anche stata una occasione per metterci in discussione e ricostruire un progetto di campo su nuove basi.

Intanto siamo partiti con rimarcare i punti fondamentali ed imprescindibili per l’esperienza che immaginavamo. Siamo tornati a riscoprire il territorio, il Centro Storico di Genova, la Valpolcevera e il Tigullio, una riscoperta fatta insieme ai campisti dopo la lunga assenza del Lockdown.

Campi che sono serviti anche ai volontari di Libera per riscoprire l’essenza dell’essere Presidio territoriale oltre che ad avvicinare persone dai nostri territori.

Perché ogni anno i campi di Libera Genova sono stati frequentati da persone provenienti da tutta Italia: una ricchezza di scambio che quest’anno abbiamo sperimentato con persone provenienti dalla Liguria e dall’università di Milano.

Come ogni anno abbiamo creato un campo come rete territoriale, valorizzando la nostra forza nella pluralità di soggetti coinvolti sul territorio, una pluralità che riteniamo essere la sola chiave di lettura per uscire da questa epocale crisi senza perdere i nostri principi.

L’esperienza di questi tre giorni è stata formativa anche per tutti i volontari che si sono confrontati con essa, e questo ci ha spinto a osare ancora di più, infatti Genova quest’anno si cimenterà con un secondo campo, questa volta dedicato ai dipendenti di Coop Liguria. Una nuova sfida che tornerà a coinvolgere i nostri territori e tutta la nostra rete.

Tutti ci auspichiamo di uscire presto dall’emergenza, ma non possiamo permetterci di aspettare una normalità da ritrovare, questi campi ci hanno insegnato a percorrere nuove strade verso i nostri obiettivi.