L’emergenza sanitaria del covid-19 ha indotto tutti noi a riflettere, a ripensare al modo in cui ci rapportiamo con gli altri e all’impatto che le nostre azioni hanno sul territorio che ci circonda. Ci ha posto davanti a un compito difficile: reinventare le nostre attività in una maniera completamente nuova.
Anche noi, come volontari di Libera, abbiamo deciso di affrontare questa sfida.
Come nei tre anni passati, quest’estate si terrà sul territorio genovese il campo di E!state Liberi, ma in una modalità un po’ differente.
Il campo avrà una durata di quattro giorni e si svolgerà nel mese di agosto. Sarà aperto solo ai partecipanti provenienti dalla regione Liguria, i quali pernotteranno nelle loro dimore.
Verranno proposte varie attività di formazione e di conoscenza del territorio, rientranti in tre macro-temi: i beni confiscati e il loro riutilizzo sociale, l’intergenerazionalità e la tutela dell’ambiente e la memoria.
Una delle attività che si terrà sarà quella del tour dei beni confiscati. Essa consiste nella scoperta dei beni confiscati alla criminalità organizzata situati nel centro storico della nostra città.
Durante un percorso di un paio d’ore, le persone vengono accompagnate nei vicoli del Sestriere della Maddalena (ma non solo) per capire cosa sono i beni confiscati e per conoscere quelli che fanno parte della Confisca Canfarotta[1]. Ma c’è di più! Durante il tour si mostra anche cosa avviene, grazie alla presenza di cittadini attivi, dopo la confisca: la restituzione del bene alla collettività. Per tale motivo, nel corso del tragitto vengono segnalati i casi di riutilizzo sociale dei beni, come le esperienze della parrocchia delle Vigne e dell’associazione “Pas à Pas”. Naturalmente, quest’estate il tour sarà rivolto esclusivamente ai singoli, in modo tale da garantire il rispetto delle misure sanitarie stabilite dal Governo per contrastare la diffusione del covid-19.
Un altro stimolo per i campisti arriverà dal processo simulato. Quest’attività, ideata da un volontario del presidio, punta a far conoscere i processi contro la criminalità organizzata celebrati nella nostra regione. Lo scopo viene raggiunto grazie allo svolgimento di un’attività pratica durante la quale le persone presenti sono invitate a ricoprire i ruoli tipici di un processo penale: la difesa, l’accusa e il collegio giudicante. Attraverso lo studio del caso concreto e delle dinamiche processuali, i partecipanti si formano sulle vicende giudiziarie che riguardano la nostra regione, “rivivendole” in prima persona.
Un’altra attività che il Presidio sta portando avanti in questa estate 2020 è quella di monitoraggio e di sensibilizzazione rispetto a uno dei tanti beni della Confisca Canfarotta ancora poco conosciuto: il “Villino di Castelletto” a Coronata.
Tutt’oggi il bene, non ancora entrato nel meccanismo di riassegnazione, si trova in possesso dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati.
Tuttavia, dal momento che un bene confiscato è un bene che è stato sottratto alla collettività, è fondamentale che esso venga restituito alla società. Affinché ciò avvenga, è essenziale che i cittadini e il territorio si attivino a tal fine. Da qui la necessità di far conoscere il luogo e la sua storia e l’idea di organizzare una giornata di pulizie e di sistemazione del giardino del Villino, così da accendere i riflettori sulla sua presenza.
L’idea è ancora in fase progettazione, ma si spera di realizzarla al più presto!
[1] La “Confisca Canfarotta” è la confisca più grande che sia avvenuta nel Nord Italia. Divenuta definitiva nel 2014, ha interessato circa un centinaio di beni, la cui maggior parte è ubicata nel centro storico della nostra città.