«In quasi il 50% delle persone o famiglie, che vengono quotidianamente ascoltate delle fondazioni antiusura, tra i diversi motivi del loro fallimento economico incide anche il gioco d’azzardo»
Succede, che a volte i due fenomeni si cercano e s’incontrano.
Spesso le persone braccate dall’usura iniziano a giocare d’azzardo per tentare con la fortuna di risolvere i problemi di debito, oppure coloro che perdono al gioco e vogliono continuare a giocare dopo aver smantellato il proprio patrimonio ricorrono al prestito dello strozzino per continuare a giocare.
L’offerta commerciale sul territorio dell’azzardo (slot machineVLT, gratta e vinci, botteghini delle scommesse)», dice Maurizio Fiasco, «stimola nella persona un patologico risparmio di coscienza e di volontà.
L’azzardo è un motivo aggiuntivo dell’indebitamento grave.
La crisi economica di una persona e di una famiglia trova nella fantasia della persona rifugio nel settore delle scommesse e azzardo. Paradossalmente, questa ricerca della fortuna viene considerata anche come una porta in uscita da un contenitore, che opprime la famiglia immersa nei debiti, con il suo carico di una sofferenza crescente, dove si è persa la fiducia in un ritorno alla normalità. Se la via di uscita non si raggiunge con l’azzardo allora se ne cerca un’altra il prestito per continuare a giocare. La persona indebitata utilizza molto spesso simili scorciatoie per eludere decisioni più difficili. L’azzardo attuale, soprattutto quello on line, è pianificato e sostenuto da un marketing strategico come abbiamo già riportato in precedenti newsletter di Libera Genova. Ciò significa che si schedano i profili dei potenziali clienti, si individuano i punti d’aggancio cognitivi e percettivi, e a seconda degli obiettivi di business che si è dato il soggetto imprenditoriale si azionano, di proposito, dei meccanismi per indurre le persone dentro questo tipo di “consumo senza valore d’uso”.
Fondamentalmente il vecchio gioco puntava su due ambienti: quelli elitari e facoltosi e quelli, invece, plebei e marginali rispetto alla norma dei comportamenti della popolazione.
Il casinò e l’ippodromo erano i due paradigmi di questo mondo I “cambisti”, cioè gli usurai, che prestavano soldi su cessione di assegni postdatati, si piazzavano sempre nei paraggi dei casinò. Analogamente agivano i prestasoldi appostati ai bordi degli ippodromi, sempre per minoranze di scommettitori popolari e plebee.
Strade tortuose dove s’incontravano la ricerca di denaro, continue truffe, prestiti a usura, svendita di monili e gioielli di famiglia. Tutto questo oggi si è parcellizzato e in parte confluito in altri canali.
Il consumo abitudinario e eccessivo di azzardo coinvolge tutti i segmenti più lunghi della popolazione. Fidelizzato con l’ausilio delle tecniche di marketing, il giocatore “tipo” il giocatore sotto osservazione dell’usura è quello che è sul ciglio della dipendenza patologica. L’attuale gioco d’azzardo industriale di massa è una dipendenza a bassa soglia di accesso, dove uno dei segmenti più consistenti è rappresentato dai disoccupati o dalle famiglie in difficoltà. Su di essi inciderà pesantemente, fino a rendere irrecuperabile la possibilità di rimettere in asse il sistema della famiglia. Qual è Il motivo che spinge le persone a rivolgersi alle fondazioni antiusura? Prima nel paniere delle difficoltà economiche non trovavi il gioco d’azzardo, ma altre cause: festeggiamenti di riti nunziale troppo sontuosi, spese per cure mediche non coperte dal servizio sanitario nazionale; prestiti di sussistenza per acquistare generi alimentari, o la condizione di molti piccoli commercianti alla prese con le cambiali, con le scadenze dei debiti, mutui in scadenza non solvibili. Il sottobosco interessato all’usura era una popolazione sofferente.
I primi cambiamenti, le attenzioni dei prestatori verso l’azzardo si sviluppano verso gli anni ’90. Debiti di gioco e in più la dissipazione di tutto il reddito della famiglia. Ed è qui che avviene l’incrocio tra l’operazione di mercato e la persona indebitata. Il gioco per denaro fa scattare, ripeto, quelle scorciatoie di tipo cognitivo e di volontà. La persona piena di debiti, per ripagarli inizia o continua a giocare: la fortuna è per lui considerata la via d’uscita. Per lui qualsiasi mezzo è utile per sfidare la sorte.
Per questo le fondazioni antiusura hanno capito che era fondamentale contrastare l’azzardo.
Il gioco manda all’aria ogni piano di assistenza messo in piedi dalle fondazioni. Ostacola quel percorso di autodisciplina e di austerità che viene concordato con la famiglia quando si procede all’erogazione dei fondi e mina la volontà a tenere unite le persone in vista dell’obiettivo primario il pareggio di bilancio familiare.