Dalla nascita della prima schedina Sisal del totocalcio (5 maggio 1946), il settore del gioco pubblico in Italia  è caratterizzato da uno straordinario dinamismo, suffragato dal costante aumento del volume delle giocate e dai variegati prodotti proposti ai giocatori. Grazie ,infatti, allo sviluppo tecnologico e internet,il gioco d’azzardo è ormai alla portata di tutti : adulti e minorenni, uomini e donne, operai e casalinghe, benestanti e disoccupati, pensionati, ecc.

Nonostante la latente crisi economica, o forse proprio a causa di essa, gli Italiani non rinunciano a tentare la fortuna, investendo nel gioco d’azzardo legale e illigale preziose risorse, che vanno a finire in un mare di soldi improduttivi.     

Nel 2019, secondo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il comparto giochi e scommesse in Italia ha registrato una Raccolta (ammontare complessivo delle puntate effettuate) delle giocate su rete fisica (escluso il comparto del gioco online) pari a 74,1 miliardi di euro (+ 3,5% rispetto al 2018), corrispondente a una media nazionale, basata su una popolazione maggiorenne, di 1463 euro pro-capite.

Nel contempo, la Raccolta online (gioco a distanza) è stata pari a 36,4 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente e del 70% negli ultimi 4 anni ! Attualmente, quindi, la Raccolta online ammonta a circa un terzo delle giocate complessive in Italia , con una incidenza pro-capite di 717  euro su base nazionale.

Di tale Raccolta, 91,10 miliardi di euro sono tornati ai giocatori sotto forma di Vincite; la Spesa complessiva (perdite dei giocatori) data dalla differenza tra Raccolta e Vincite,  è risultata pari a 19,40 miliardi di euro. L’entrata netta per lo Stato-Erario è corrisposta  a 11,4 miliardi di euro , pari a oltre il 10% della Raccolta totale.

I Liguri nel  gioco d’azzardo, sempre nel 2019, hanno investito 1,848 miliardi di euro, con una spesa di 452 milioni di euro e una media di circa 1380 euro/pro-capite- per il solo settore del gioco d’azzardo legale su rete fisica.

L’entità della Raccolta nelle province della Liguria vede in testa quella di Savona (1651 euro/ pro-capite), seguita da La Spezia (1471), Genova (1330) e Imperia (1132).

Risulta evidente,quindi, che il gioco d’azzardo costituisce un importante settore economico.

Qualcuno sosteneva che la legalizzazione dell’azzardo avrebbe tenuto lontano la mafia. Per troppo tempo, infatti, si è erroneamente creduto che se lo Stato avesse ampliato, controllato e gestito l’offerta del gioco lecito, si sarebbe contrastata la presenza dell’illegalità, sino a rendere il mercato del gioco improduttivo per la stessa criminalità. Questa convinzione, alquanto ingenua, non teneva presente il tipo di DNA, insito nelle mafie, che le avrebbe spinte ad acquistare il controllo del gioco, attraverso l’intimidazione e la conseguente omertà.

Nella relazione del primo semestre 2020, la DIA (Direzione Investigativa Antimafia) ha riportato che ormai attorno al “ settore dei giochi e delle scommesse si sono polarizzati gli interessi di tutte le organizzazioni mafiose, dalla camorra alla ndrangheta, dalla sacra corona  a cosa nostra, in alcuni casi consorziandosi tra loro e con clan di mafie straniere ( cinese, albanese, rumena, nigeriana,ecc.).

La DIA, inoltre, sostiene che “ai vari sistemi tradizionali di scommesse , i clan affiancano i sistemi più sofisticati sulle piattaforme online, ricorrendo a figure professionali specializzate, consistenti in soggetti spesso formalmente esterni alle organizzazioni mafiose”.Il prosperare del mercato illegale si basa, quindi, sulla crescente offerta  online, agendo con ricatti, estorsioni e minacce verso i  gestori delle sale legali, con l’imposizione di slot machine e VTL e gestendo direttamente le stesse sale, ricorrendo a prestanomi.

Ciò fa dire che, oggi, le mafie prediligano il mouse alla pistola !

Finora, sono stati individuati circa sessanta clan mafiosi che, dal Veneto alla Sicilia, fanno affari nell’azzardo  legale e illegale: affari giganteschi che, nel 2019, avrebbero fruttato alle mafie ben oltre 20 miliardi di euro.

«Tra i canali degli arricchimenti ,  uno dei più importanti è proprio il gioco d’azzardo -scrive  Luciano Violante, ex presidente della Commissione Antimafia (Prefazione al Dossier “Gioco sporco ,sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie”- Filippo Torrigiani – Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia-Dicembre 2017 ). “Esso consente anche un controllo dei bar, delle tabaccherie, delle sale gioco e quindi anche del territorio. È un polmone mafioso” che può “ dissestare il tessuto civile, democratico e imprenditoriale delle nostre città».

L’ingerenza della criminalità mafiosa nel gioco d’azzardo, oltre che a ricavare rapidamente ingenti guadagni, mira al riciclaggio di capitali illecitamente acquisiti con le estorsioni, il traffico di sostanze stupefacenti, l’usura, ecc.

Il tutto costituisce un affare enorme, purtroppo, a basso rischio. «Non va infatti dimenticato – si legge nel Dossier – che, a fronte di rilevanti introiti economici, l’accertamento delle condotte illegali è alquanto complesso e le conseguenze giudiziarie risultano piuttosto contenute, in ragione di un sistema sanzionatorio che prevede l’applicazione di pene non elevate”, e che non permette spesso l’utilizzo di efficaci sistemi di indagine.

Per quanto riguarda gli adolescenti, nonostante il divieto per i minori di 18 anni di giocare d’azzardo,  un rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità riporta che  in Italia sono 700 mila i minorenni , tra i 14 e i 17 anni, che hanno giocato d’azzardo in questo ultimo anno, con il 3% di giocatori problematici.

Stiamo parlando di una vera e  propria piaga sociale che , come ha scritto don Ciotti , “ toglie libertà, dignità e anche la vita” ( Vita Pastorale- ottobre 2020).

Lo Stato deve intervenire decisamente per contrastare il gioco d’azzardo  mediante “ una legge quadro” , come suggerisce don Ciotti , “che regolamenti senza ambiguità il fenomeno”.

La proposta  principe, tuttavia,  per contrastare l’azzardo, è quella di convincere la cittadinanza, attraverso un significativo investimento culturale ed educativo, a non lasciarsi affascinare dal gioco con i soldi o meglio a non giocare , perché – come dice il Magistrato L. Violante – “Nel gioco d’azzardo vince sempre un altro, che può essere il banco o il mafioso”.