“Anemmu” è un progetto che l’Associazione Libera e l’Ufficio di Servizio Sociale Minori di Genova rivolge ai ragazzi e alle ragazze dell’area penale, che stanno affrontando un percorso di giustizia riparativa. Ragazzi e ragazze che devono scontare il periodo di “messa alla prova”, ovvero la sospensione del processo e l’affidamento ai servizi sociali per un cammino di crescita che, se va a buon fine, estingue il reato. E per farlo, questi ragazzi, insieme ai loro educatori, hanno scelto la strada dell’antimafia sociale e responsabile.
…Il 21 marzo si avvicina e anche i ragazzi del progetto Anemmu, come altri volontari dell’associazione Libera, si preparano a questo importante appuntamento, per arrivare consapevoli alla giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che quest’anno si terrà a Palermo, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’associazione.
Gli incontri del martedì pomeriggio, nella piccola sede di vico Mezza Galera, sono intensi, le attività si moltiplicano rispetto ai mesi scorsi, l’entusiasmo dei ragazzi e dei volontari è un crescendo .
I ragazzi che stanno seguendo il progetto sono attualmente 10, quattro di questi hanno concluso ormai il loro percorso penale da alcuni mesi, qualcuno addirittura da qualche anno. Si sentono parte di un gruppo, di un’associazione, di una comunità. Partecipano a supporto degli operatori e degli animatori di Libera e sanno bene quanto importante sia la loro presenza per i nuovi ragazzi che iniziano (titubanti) il percorso di volontariato in Libera; sono di stimolo all’intero gruppo e testimoniano che il progetto ha un grande impatto nelle loro vite di adolescenti.
Questo trimestre è dedicato al tema della “memoria” e all’importanza di trasformare la memoria in “impegno”. Impegno nella nostra città, nel nostro quartiere, a scuola , nel nostro piccolo, nella vita di ogni giorno.
Nelle scorse settimane i ragazzi hanno preparato e gestito un incontro con i bambini della Staffetta (centro di aggregazione per minori nel quartiere di Pré), per raccontare loro, cosa voglia dire “fare memoria” e per testimoniare come la memoria può diventare impegno.
Li hanno condotti per le piazzette del centro storico dedicate ad alcune vittime di mafia. Ad ogni piazzetta hanno raccontato, con parole semplici, con frasi e con immagini, la “storia” di ognuno di loro…Così …la storia di Peppino Impastato ha preso vita in vico della Rosa, quella dei giudici Falcone, Borsellino e degli agenti della scorta, nel piazzale del porto Antico, le frasi di Rita Atria, Don Pino Puglisi, Mauro Rostagno hanno risuonato in piazzetta vittime di tutte le mafie. Tra lo stupore e la curiosità dei piccoli ospiti del centro socio educativo, i ragazzi di Anemmu si sono sperimentati in in un “ruolo nuovo e positivo” che li ha stupiti e fatti sentire “protagonisti” di una storia che a loro volta stanno scrivendo.
Lo stesso intervento, ma con un taglio diverso, li vedrà protagonisti a ridosso del 21 marzo, con un gruppo di ragazze ospiti in una comunità educativa del ponente genovese. L’educazione tra pari è uno strumento che il progetto Anemmu promuove da anni e che ritiene imprescindibile nel lavoro di aggregazione con i giovani.
Nelle prossime settimane i ragazzi gireranno un video spot per provare a fare sensibilizzazione su questo evento così importante e centrale nel progetto dell’Associazione Libera.
Un incontro speciale sarà quello con Emanuele Schifani, figlio dell’agente Vito Schifani della scorta del Giudice Falcone, morto, il giudice e la moglie e gli altri colleghi della scorta, nell’attentato del 23 maggio 1992 a Palermo. Si tratta di un incontro delicato, come lo è sempre l’incontro con i familiari delle vittime di mafia, a cui i ragazzi arriveranno preparati. Le emozioni che scaturiscono spesso da questi incontri, scuotono parecchio le coscienze dei giovani. Il contatto con le emozioni di una persona che ha vissuto un dolore così grande, li porta direttamente in contatto con le loro emozioni, esercizio sempre più difficile da fare oggi in una società molto connessa ma poco in reale comunicazione.
E infine il 18 marzo, insieme ad altri gruppi provenienti da altre città italiane, 6 di loro accompagnati da un operatore e da una volontaria di Libera, voleranno verso Palermo. Qui li attende un “campo a loro dedicato”, che li vedrà partecipi nello staff di Libera nel preparare la grande manifestazione del 21 marzo, ponendoli così come veri volontari e protagonisti di un evento di rilievo nazionale. Ma sarà anche l’occasione per incontrare le realtà che sul territorio resistono e sono testimonianza di una società civile che si ribella alle logiche mafiose o di sopraffazione. Sarà un’ occasione per confrontarsi con altri gruppi, con altri giovani provenienti da regioni diverse, con modi e storie diverse. Sarà l’occasione per uscire dalla propria città, dal proprio quartiere ed essere protagonisti di una esperienza che rimarrà indelebile nelle loro memorie.